Come ogni venerdì, in Cisgiordania, si sono svolte manifestazioni nei villaggi di Kufr Qaddum nella Cisgiordania settentrionale, a Ni’lin, a Bil’in e a Nabi Saleh, vicino a Ramallah. In tutte queste manifestazioni gli attivisti sono stati attaccati con gas lacrimogeni dall’esercito israeliano, subendone gli effetti e dovendo quindi ricorrere ad assistenza medica.
Nel villaggio di Kufr Qaddum l’esercito è entrato all’interno del villaggio prima ancora della manifestazione, sparando gas lacrimogeni all’interno delle abitazioni dei palestinesi.
A Ni’lin e Bil’in i manifestanti, come la settimana scorsa, sono stati attaccati non appena hanno raggiunto i cancelli messi dal governo israeliano illegalmente, che chiudono l’unica via di passaggio tra il villaggio e le terre dei palestinesi, separati dal muro dell’apartheid.
A Nabi Saleh i soldati hanno sparato molti proiettili in acciaio rivestito, ma fortunatamente non sono stati riportati feriti gravi tra i manifestanti.
Politica
L’Autorità Nazionale Palestinese ha dichiarato di accettare la conferenza internazionale organizzata dalla Francia. I vertici ribadiscono che ogni mossa che possa rivitalizzare il processo di pace, ormai in stallo, è auspicabile, se legittima.
Nel mentre Israele ha già rifiutato l’idea di questa conferenza e insiste sul fatto che ogni trattativa sulla pace debba essere condotta direttamente tra Israele e Palestinesi, senza interventi esterni.
Il politico dell’Iniziativa Nazionale Palestinese, Mustafa Barghouti, ha accusato Israele di insistere nelle sue politiche razziste, legalizzando il processo per i ragazzini palestinesi sotto i 14 anni. Barghouti ha affermato che l’unico modo per spingere Israele a fare i conti con la giustizia è il boicottaggio accademico, sociale ed economico a livello internazionale(BDS). L’isolamento internazionale, secondo il politico palestinese, porterà Israele a sottoscrivere accordi giusti per una pace duratura nella regione palestinese.
Nella Striscia di Gaza, l’ex primo ministro del Governo Hamas aveva richiesto la costruzione di un porto come uno degli elementi di accordo durante le trattative di tregua con Israele al termine della guerra su Gaza del 2014. I media nella Striscia hanno riportato che il governo israeliano discuterà il porto a Gaza durante un meeting tra qualche settimana. A tal proposito, il leader palestinese Nabil Sh’ath ha dichiarato che la costruzione del porto non dovrà essere a spese dei palestinesie ha ribadito l’importanza di unità tra Hamas e il suo partito Fatah, puntualizzando il fatto che la costruzione di un porto a Gaza, senza una stabile unità nazionale, potrebbe isolare ulteriormente Gaza dalla Cisgiordania.
Cisgiordania e Gaza
Questa settimana i soldati israeliani hanno sparato e ucciso un civile palestinese e ferito altri sei durante incursioni in Cisgiordania, mentre a Gaza, come al solito, hanno aperto il fuoco contro i pescatori.
Secondo fonti dell’esercito israeliano, il civile ucciso in Cisgiordania, Rami ‘Awertani, 31 anni, avrebbe tentato di accoltellare un soldato al checkpoint di Howarah, vicino a Nablus. Il corpo del trentunenne, barbiere e padre di tre figli, è stato preso dalle forze di occupazione israeliane e attualmente non si sa dove sia.
Lunedì, alcuni soldati israeliani sotto copertura si sono infiltrati nel campo profughi di Deheishe, a Betlemme, e hanno sparato e ferito tre palestinesi, sequestrandone poi altri due. Secondo fonti locali i soldati si sono introdotti nel campo utilizzando una macchina civile con targa palestinese ma alcuni ragazzi si sono accorti dell’inganno e hanno iniziato a lanciare pietre contro di loro. A quel punto i soldati, saltata la copertura, hanno iniziato a sparare contro i ragazzi, ferendone tre.
Inoltre, due civili palestinesi sono stati feriti e molti altri hanno respirato gas lacrimogeno durante un incursione di molti veicoli militari israeliani nella città di Nablus. L’esercito ha invaso la zona della tomba del patriarca Giuseppe(Joseph Tomb), a est della città, ingaggiando uno scontro con dei giovani che hanno risposto lanciando pietre e bottiglie vuote contro i veicoli.
A Surif, mercoledì all’alba, l’esercito è entrato nella casa di famiglia di Hadeel Owda, moglie di Mohammad al Faqeeh, che era stato ucciso il mese scorso dalle forze d’occupazione israeliane, e l’ha aggredita fisicamente. Secondo fonti locali delle soldatesse israeliane, nel tentativo di arrestarla, avrebbero colpito Hadeel all’addome, sapendo del suo stato di gravidanza. Il padre della ragazza, a seguito dell’azione dei militari, ha avuto un malore ed è stato portato in un ospedale israeliano in stato di coma.
Anche questa settimana gli israeliani hanno condotto 78 invasioni militari nelle comunità palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est, con un bilancio di 81 civili palestinesi sequestrati, tra i quali 7 bambini.
A Gaza, la marina israeliana ha attaccato alcuni pescherecci palestinesi vicino alla costa di Gaza City. Secondo alcuni testimoni la barche palestinesi sono dovute tornare verso in riva per evitare il fuoco delle navi israeliane. Sono stati riportati danni ai pescherecci.
Sempre nella Striscia di Gaza, le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro contadini palestinesi che lavoravano nella loro terra, al confine meridionale. I contadini sono stati obbligati ad abbandonare l’area per paura di essere feriti. I gruppi palestinesi per i diritti umani hanno dichiarato che dall’inizio di quest’anno, per via degli spari dal confine contro i campi coltivati, sette palestinesi sono stati uccisi, tra i quali due bambini, in aggiunta agli oltre 150 feriti tra i quali 26 bambini.
Conclusione
Questo è tutto da La settimana in Palestina. Questo era il report degli avvenimenti dal 29 luglio al 6 agosto 2016 dai territori occupati.
Per ulteriori news potete visitare il sito imemc.org.
Report a cura di George Rishmawi e Ghassan Bannoura.
Traduzione in italiano a cura di Associazione Amicizia Sardegna Palestina
> Fonte originale <