dal 9 al 20 marzo | Circolo Arci Porco Rosso

Il 9 marzo, alle ore 19.00, si inaugura la mostra personale di Luca Mannino, a cura di Igor Scalisi Palminteri, con la quale il circolo Arci Porco Rosso continua il ciclo di mostre personali già presentato lo scorso anno con la collettiva di arte contemporanea "OUTLET. Artista in svendita", a cui hanno partecipato con le proprie opere Antonella Consiglio, Luigi Di Gangi, Gianfranco Greco, Luca Mannino, Angelo Sicurella e il curatore Igor Scalisi Palminteri.

Continua così il percorso di collaborazione fra la nostra associazione e gli artisti che hanno accettato di esporre le loro opere nei locali del Porco Rosso, con i limiti strutturali di questi spazi, compensati però dall'entusiasmo di un collettivo che ha scelto di rendere concreta la relazione fra i diversi interessi che motivano la partecipazione degli stessi soci che lo animano, consapevoli che la contaminazione fra le attività sociali, politiche e artistiche non può che arricchire il senso culturale di un'associazione nata a Ballarò con l'intenzione di valorizzare l'eterogeneità che il quartiere, e la città tutta, presentano.

«Il mio lavoro comincia sempre dall'analisi di un concetto o da una riflessione; cerco di osservare e interpretare il mondo, descrivendolo secondo nuovi significanti. Osservo l'uomo in rapporto alla tecnologia e alle dinamiche globali, come queste hanno cambiato i suoi rapporti sociali e i suoi consumi, tendendo sempre più a divenire meccanici, patologici e disumanizzati. Mescolo tecniche e materiali diversi, mi diverto a combinare linguaggi e tecniche differenti, amo sovvertire la natura della materia che utilizzo: i miei assemblaggi sono giardini e giostre meccaniche; macchine complesse, rumorose e inutili; sistemi organici che si muovono, danzano festanti, per ritrovarsi immobili nella staticità della posa». Luca Mannino

www.lucamannino.com

La mostra sarà visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle 19.00 alle 24.00

vernissage: mercoledì 9 marzo, h 19.00

circolo Arci Porco Rosso | piazza Casa Professa 1, Palermo

 

Nel quarantennale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, UCCA ha ritenuto necessario scandagliare uno dei tratti distintivi della sua poliedrica ed eclettica traiettoria creativa. In particolare, del Pasolini cineasta, ha ritenuto interessante soffermarsi sullo sguardo “empatico” che il grande intellettuale dedica al sottoproletariato urbano in capolavori come Accattone“, “Mamma Roma” e “Uccellacci e Uccellini. Titoli nei quali è evidente l’identificazione dell’autore con la sofferenza di umili e reietti e al tempo stesso l’esaltazione del prorompente vitalismo degli emarginati delle borgate romane.

Ma, a distanza di alcuni decenni, il concetto e il modello stesso di “periferia” sono profondamente mutati.

Il vertiginoso sviluppo industriale, i flussi ininterrotti di immigrazione verso le aree urbanizzate, la costruzione intensiva di quartieri residenziali per le classi meno abbienti, hanno dato vita ad una sorta di “città diffusa”, multiforme e contraddittoria, fatta di vecchi quartieri di edilizia pubblica e complessi borghesi in decadenza, case sparse in centri suburbani o rurali e settori degradati del centro storico.

In definitiva, un continuum articolato in infinite declinazioni, da cui è completamente assente ogni senso di appartenenza, che si è trasformato di fatto in un semplice indicatore spaziale al quale vengono comunemente associati disagio esistenziale, senso di emarginazione e degrado, carenze di servizi e infrastrutture, insicurezza, microconflitti e tensione sociale, frequentemente di origine interetnica e razzista.

E’ ciò che accade nelle banlieus parigine, nei barrios e nelle favelas sudamericane e negli slums londinesi.

E se è vero che un film come L’odio di Mathieu Kassovitz (1995), con la celebre, beffarda metafora dell’uomo che cade da un palazzo di 50 piani che, per farsi coraggio, ripete compulsivamente a se stesso “Fino a qui tutto bene”, ha avuto una formidabile risonanza planetaria, è altrettanto vero che il tema delle periferie urbane è sempre più presente nelle cinematografie europee e internazionale.

Prendendo come punto di partenza la lezione pasoliniana, UCCA si è proposta di indagare e sviscerare il tema, scegliendo quattro titoli provenienti dalle recenti produzioni italiane ed estere, ospitate ai principali festival internazionali, per una breve circuitazione nella rete delle proprie associazioni, a partire da quelle situate nelle aree più periferiche del Paese.

La rassegna:

> 10 MARZO - H 21.00  
AL-QANTAR | p. G. Meli Meli, 5 | Palermo

L’odore della notte di Claudio Caligari (1998)

> 17 MARZO - H 21.30
PORCO ROSSO | p. Casa Professa, 1 | Palermo

La schivata di Abdellatif Kechiche
(2003)

> 24 MARZO - H 21.30  
PYC | v. Giuseppe De Spuches, 20 | Palermo 

Pelo Malo di Mariana Rondon (2013)

> 31 MARZO - H 21.30
LINK | c/o Fuori Orario | Via B. D'Acquisto, 22 - Monreale

This is England di Shane Meadows
(2006)

 

Anche quest'anno ritorna il tradizionale appuntamento con Lumen In Fabula, lo spettacolo teatrale rigorosamente a lume di candela realizzato in occasione di "M'Illumino Di Meno", la campagna promossa da Caterpillar e Rai Radio Due, finalizzata alla sensibilizzazione al risparmio energetico.

VENERDI' 19 FEBBRAIO 2016, non prendete impegni: siete invitati alla visione di "Metastasis", uno spettacolo di Niria Mulè.

"Metastasis" nasce dalla necessità di far luce su figure emblematiche del teatro sviscerandone anima e spirito anestetizzato da troppi rimescolamenti; una trasposizione che attraverso solo il gioco della scrittura può essere fatta li porta nella scena di un ristorante: un ristoratore da capocomicato; nobilotti affezionati più al fuoco che alla luce; matti veggenti; statue desiderate; camerieri ammaliatori; fatali consiglieri... come trovare la bellezza? Forse basta spegnere le luci ed accedere le candele di un cabaret surreale....

Il Cast:
-Giacomo Gargano: chitarra
-Gas Giaramita: Mirandollo
-Tommaso Gullo: Messere
-Francesco Lambri - Monsieur Tartufon
-Carmelo Mulè: Cospetto
-Oria: canto
-Chiara Pasanisi: voce
-Cristina Pipitone: Olimpia
-Toni Renda: Foeul

Costumi e oggetti di scena a cura di Desirè Catania.
Regia di Niria Mulè


Per questa edizione Lumen In Fabula sarà ospitato dagli amici del Fuori Orario, sito in Via Benedetto D'Acquisto 22.

Servizio di Eugenia Nicolosi sull'assemblea Gambiana al Circolo Arci Porco Rosso del 19 febbraio 2016.
Si parla dei fallimenti del "sistema hotspot", dei respingimenti differiti e della situazione politica in Gambia, con dichiarazioni, tra gli altri, di Fulvio Vassallo Paleologo.

 

L'appello dei giovani gambiani ospiti della Missione Speranza e Carità di Biagio Conte.

> We are a group of Gambians, who have been systematically refused from initially claiming asylum in Italy, due to the new Hotspots system. Abandoned by the Italian state, we came to Palermo and have been living at Biagio Conte – even though we are now making asylum requests.
Our country, the Gambia, ruled over by the dictator Jammeh since 1994, is a country without human rights, freedom of speech, without good medical care, and in which Jammeh tampers with our country's resources.
Thanks to the support of some local groups, we have managed to make our request for international protection, but this has not, however, brought with it any improvement in our living conditions.
The conditions at Biagio Conte, where we are living now, are intolerable. There are more than 100 people in each room. Due to the overcrowding, there are frequently substandard sanitary conditions, the food is insufficient and many people have fallen ill through living there.
Various associations have already written to the Prefecture, urging them to meet their legal obligations to house and protect those seeking political asylum, including ourselves.
The assembly at Porco Rosso is a chance for the people of Palermo to hear from those of us who are prepared to speak out in defense of our human rights.

> Siamo un gruppo di Gambiani sbarcati in Sicilia lo scorso dicembre a cui è stata inizialmente negata la possibilità di effettuare richiesta di protezione internazionale in Italia, a causa del nuovo sistema degli Hotspot. Abbandonati dallo Stato italiano, siamo venuti a Palermo e siamo stati accolti dal centro di Biagio Conte.
Il nostro paese, il Gambia, è dominato di una dittatore (Jammeh) dal 1994, è una paese senza diritti umani, libertà di parola, senza buone cure sanitarie e dove Jammeh sfrutta le risorse del nostro paese.
Grazie all’appoggio di alcune associazioni locali, siamo riusciti a inoltrare le domande di deposito delle richieste di protezione internazionale, alle quali però non ha seguito un miglioramento della nostra condizione abitativa.
Le condizioni di vita al centro di accoglienza di Biagio Conte, dove abitiamo adesso, sono insopportabili. Ci sono più di un centinaio di persone in ogni stanza. A causa del sovraffollamento le condizioni sanitarie sono spesso inadeguate, il cibo insufficiente e tante persone si sono ammalate.
Diverse associazioni locali hanno già scritto al Prefetto per chiedere che risponda al suo obbligo di garantire ospitalità e protezione a coloro che cercano asilo politico come noi.
L'assemblea gambiana al Porco Rosso è un'opportunità per Palermo per potere ascoltare alcuni di noi che sono preparati a parlare in difesa dei nostri diritti umani.

Leggi anche l'articolo di Alessia Rotolo su meridionews.it

foto: Francesco Bellina

Una scuola abbandonata a se stessa, un progetto regalato "le vie del mosaico", opere donate ma non ancora istallate.

Ciò che vogliamo evitare è addossare la responsabilità ad "una" amministrazione, dire retoricamente che vi è un'incapacità politica; è così ma: ciò sarebbe riduttivo, perché la politica è figlia della cultura generale ed è questa la parte che deve interpretare, ma non è questa la sede per argomentare la discussione.
Ciò cui vogliamo attenzionare è la necessità di dare lustro ad un luogo importante per la formazione e per la crescita artistica, culturale, sociale (ma anche economica), cosa che nella storia di questo istituto non è mai stata fatta.
Monreale e le differenze con Ravenna.
Dei mosaici donati, una scuola di mosaico, un progetto.
Questo è ciò che nella loro storia ha accomunato i due comuni. La storia recente ci racconta un nuovo triste epilogo della cittadina di Monreale.
L'istituto fondato dal prof. Messina, a cui la città ha dato i natali, è uno dei tre nel territorio nazionale con vocazione per l'arte musiva, di cui uno privato. Tutto questo dovrebbe renderci orgogliosi, ciò come è già avvenuto a Ravenna avrebbe dovuto dare una spinta artistica all'urbanistica del territorio monrealese.
Sappiamo che la storia è andata diversamente, lo vediamo ogni giorno, o meglio non lo vediamo.
La proposta del collettivo Arci Link è quella di incontrarci, nuovamente, con i responsabili del progetto e cercare nell'analisi storica e culturale quale può essere la soluzione ad una assenza; soluzione che speriamo di poter trovare colmando l'assenza: le vie percorribili in questo senso sono due, avere la presenza dell'amministrazione oppure costatarne l'assenza e trovare una nuova via.

Ci dispiace constatare il disinteresse per questa tematica del servizio d'informazione di Monreale, sicuramente pronta quando la questione si dirimerà e saremo pronti all'istallazione delle opere.

 

 

FOTO - Gessica Prestigiacomo