Organizzare, riorganizzare, superorganizzare super-super-sports! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni, ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d'ogni genere sono affollate di gente che va un po' da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata.» Mildred uscì dalla stanza sbattendo la porta. Le 'zie' di salotto cominciarono a irridere gli 'zii' di salotto. «Consideriamo ora le minoranze in seno alla nostra civiltà. Più numerosa la popolazione, maggiori le minoranze. Non pestare i piedi ai cinofili, ai maniaci dei gatti, ai medici, agli avvocati, ai mercanti, ai pezzi grossi, ai mormoni, battisti, unitari, cinesi della seconda generazione, oriundi svedesi, italiani, tedeschi, nativi del Texas, brooklyniani, irlandesi, oriundi dell'Oregon o del Messico. I personaggi di questo libro, di questa commedia, di questo programma della TV non rappresentano il menomo riferimento o allusione a reali pittori, cartografi, meccanici di qualsiasi città o paese. Più vasto il mercato, Montag, meno le controversie che ti conviene comporre, ricordalo! Tutte le minoranze, fino alle infime, vanno tenute bene, col loro bagnetto ogni mattina. Scrittori, la mente pullulante di pensieri malvagi, chiudono a chiave le loro macchine per scrivere. Tutto questo è avvenuto! Le riviste periodiche divennero un gradevole miscuglio di tapioca alla vaniglia. I libri, così i critici, quei maledetti snob, avevano proclamato, erano acqua sporca da sguatteri. Nessuna meraviglia che i libri non si vendessero più, dicevano i critici; ma il pubblico, che sapeva ciò che voleva, con una felice diversione, lasciò sopravvivere libri e periodici a fumetti. Oltre alle riviste erotiche a tre dimensioni, naturalmente. Ecco, ci siamo, Montag, capisci? Non è stato il Governo a decidere; non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no! ma la tecnologia, lo sfruttamento delle masse e la pressione delle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio! Oggi, grazie a loro, tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattr'ore al giorno, hai il permesso di leggere i fumetti, tutte le nostre care e vecchie confessioni con i bollettini e i periodici commerciali.» «D'accordo, ma, e i vigili del fuoco?» disse Montag.
«Ah» Beatty si sporse in avanti, nella nebbia fumosa esalata dalla pipa. «È la cosa più logicamente conseguente, che diamine! A misura che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori, invece di professori, critici, dotti e artisti, naturalmente il termine 'intellettuale' divenne la parolaccia che meritava di diventare. Si teme sempre ciò che non ci è familiare. Chi di noi non ha avuto in classe, da ragazzini, il solito primo della classe, il ragazzo dalla intelligenza superiore, che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse mentre gli altri restavano seduti come tanti idoli di legno, odiandolo con tutta l'anima? Non era sempre questo ragazzino superiore che sceglievi per le scazzottature e i tormenti del doposcuola? Per forza! Noi dobbiamo essere tutti uguali. Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l'arma. Castriamo la mente dell'uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito? Cosicché, quando le case cominciarono a essere costruite a prova di fuoco, non c'è più stato bisogno di vigili del fuoco, dei pompieri, che spegnevano gli incendi coi loro getti d'acqua. Furono assegnati loro i nuovi compiti, li si designò custodi della nostra pace spirituale, il fulcro della nostra comprensibile e giustissima paura di apparire inferiori; censori, giudici, esecutori. Tu, Montag, sei tutto ciò, io sono tutto ciò.» La porta del salotto si aprì e Mildred apparve sulla soglia, vi rimase immobile a guardare Beatty e poi Montag. Alle sue spalle le pareti erano inondate di fuochi d'artificio verdi, gialli e arancione, che scoppiettavano ed esplodevano in un musica composta quasi completamente di tamburi, tam-tam e piatti. Le labbra della donna si muovevano, dato che ella stava dicendo qualche cosa, ma la musica non faceva intendere nulla. Beatty batté la pipa nel palmo della mano rosea, osservò la cenere come se fosse un simbolo da studiarsi per diagnosticarne un significato riposto. «Devi ricordarti che la nostra civiltà è così vasta che non possiamo permettere alle nostre minoranze di essere in uno stato di turbamento e agitazione. Domandatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese, avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po' di felicità, dice la gente. Ebbene, non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti...» «Non lo nego affatto.»

[...]

Continuarono a camminare e infine la ragazza domandò: « È vero che tanto tempo fa i vigili del fuoco "spegnevano" gli incendi invece di appiccarli?» «No, è una leggenda. Le case sono sempre state antincendio, potete prendermi in parola.» « È strano. Mi ricordo di aver sentito dire che molto, molto tempo fa le case ardevano spesso per disgrazia e che occorrevano gli uomini del fuoco per "domare" le fiamme.» Montag si mise a ridere. Ella volse il capo a guardarlo, di scatto:
«Perché ridete?» «Non lo so». Scoppiò nuovamente a ridere, ma smise di colpo. «Perché rido?» «Non capisco: ridete, quando io non ho detto nulla di buffo e la vostra risposta è pronta. In fondo, non smettete mai di pensare alle cose di cui vi domando.» Montag si fermò bruscamente: «Sapete che siete una ragazzina molto stramba?» le disse, fissandola. «Non avete dunque il minimo senso di rispetto?» «Non avevo nessuna intenzione di offendervi. È che mi piace troppo osservare la gente com'è fatta, ecco tutto.» «Ebbene, questo non vi dice proprio nulla?» E si batté le punte delle dita sul numero, 451, che portava cucito sulla manica color cenere. «Oh, sì, certo» ella sussurrò, affrettando il passo. «Avete mai osservato gli auto-reattori correre per i viali a rotta di collo, laggiù?» «Ma ora voi cambiate discorso!» «Alle volte mi coglie il dubbio che gli automobilisti non sappiano che cosa sia l'erba, o come siano i fiori, perché non li hanno mai visti passandoci vicino con lentezza. Se mostrate a un automobilista una macchia verdastra, 'Oh, sì,' vi risponde, 'è dell'erba, quella!'. Se gli mostrate una chiazza rosata, vi dirà che è un rosaio, mentre le case sono per lui delle macchie biancastre e quelle marrone vacche al pascolo. Mio zio una volta fu colto a guidar lentamente su un'autostrada: a settanta chilometri all'ora, andava, e lo tennero in prigione per due giorni. Non è una cosa buffa e anche un po' triste, in fondo?» «Voi pensate a troppe cose» disse Montag, a disagio. «Ben di rado guardo al teleschermo il programma 'tra le pareti del salotto' o vado alle corse o ai parchi di divertimento. Così che mi resta un mucchio di tempo per i pensieri più strampalati, direi. Avete mai visto quei cartelloni pubblicitari alti come grattacieli ai margini delle autostrade appena fuori città? Lo sapevate che una volta i cartelloni pubblicitari erano alti al massimo sei o sette metri? Ma poi le auto sono diventate così veloci che si è reso necessario dilatare la superficie riservata alla pubblicità, se si è voluto che gli automobilisti avessero il tempo di leggerla, passando.» «No, non lo sapevo, questo!» E Montag scoppiò bruscamente a ridere. «Ma ci sono altre cose che io so e voi non sapete! Per esempio, c'è della rugiada sull'erba, la mattina presto.» A un tratto, Montag si accorse di non riuscire a ricordare se questo lo avesse mai saputo o no, e la cosa lo rese nervoso. «E se guardate bene» ed ella indicò il cielo col mento, «c'è un volto umano sulla luna.» Era da gran tempo che lui non guardava la luna. Fecero il resto della strada in silenzio, lei in un silenzio pensoso, lui in un silenzio di malessere angosciato, nel quale le dardeggiava occhiate piene di rimproveri. Quando arrivarono davanti alla casa della ragazza, tutte le luci, dentro, erano accese. «Che cosa sta succedendo?» Ben di rado Montag aveva visto tante luci di casa.
«Oh, soltanto il babbo, la mamma e lo zio che se ne stanno alzati a chiacchierare. È come essere un pedone, ma una cosa ancora più rara ed insolita. Lo zio fu arrestato un'altra volta... non ve l'avevo detto?... perché era pedone. Oh, siamo una famiglia bislacca, noi!» «Ma di che state parlando?» Qui fu lei che si mise a ridere. «Buona notte!» gli gridò. E si avviò per il suo vialetto di casa. Quindi parve ricordarsi improvvisamente di qualcosa e tornò verso di lui, fissandolo piena di curiosità e di stupore: «Siete felice?» domandò. «"Che cosa"? Sono "che"?» gridò lui di rimando. Ma la ragazza se n'era già andata, si allontanava correndo nel chiaro di luna. S'udì la porta della sua casa chiudersi dolcemente.