Personaggi: D1, prima donna. D2, seconda donna. U, uomo.
Sul proscenio, al centro, contigue, tre giare grige identiche, alte un metro circa, da cui escono tre teste, dal collo strettamente serrato nell'imboccatura. Sono quelle, da sinistra a destra viste dall'uditorio, di D2, U e D1. Restano rigorosamente di faccia e immobili dal principio alla fine dell'atto. Volti senza età, come obliterati, appena più differenziati delle giare. Ma niente maschere. Estorce la parola ai tre un proiettore che illumina i volti soltanto. Il passaggio della luce da una faccia all'altra è immediato. Niente buio (oscurità quasi totale dell'inizio) salvo dove indicato. La reazione alla luce è istantanea. Volti impassibili. Voci atone, salvo dove un'espressione sia indicata. Dizione rapida. Apertura del sipario, oscurità quasi totale. Si indovinano le giare. Cinque secondi. Proiettori deboli simultaneamente sui tre volti. Voci deboli, quasi inintelleggibili.
D1, D2, U insieme.
D1 Sì, strano, l'ideale il buio, e più è buio e peggio è, fino al tutto buio, allora tutto bene, finché dura, ma ci arriveremo, l'ora verrà, la cosa è là, la vedrai, lasciami perdere, lasciami in pace, tutto buio, tutto fermo, tutto finito cancellato.
D2 Sì, probabilmente, un po' tocca, non dico di no, certi direbbero, poveretta, un po' tocca, appena un tantino, nella testa (debole risata angustiata), appena un tantino, ma io ne dubito, non per davvero, me la cavo, ancora me la cavo, faccio del mio meglio, quello che posso.
U Sì, la pace, ci contavamo, tutto spento, tutta la pena, tutto come se... mai stato. Ci arriveremo – (colpo di singhiozzo) pardon – insensato, oh sì, lo so, ma nonostante ci contavamo, sulla pace, non soltanto tutto finito, ma come se... mai stato.
I proiettori si spengono. Buio. Cinque secondi. Forti proiettori simultaneamente sulle tre facce. Voce di forza normale. D1,D2, U insieme.
D1 Gli dissi, lasciala perdere.
D2 Una mattina, mentre stavo cucendo.
U Non era molto che stavamo insieme.
I proiettori si spengono. Buio. Cinque secondi. Proiettore su D1.
D1 Gli dissi, lasciala perdere. Gli giurai su quel che avevo di più sacro.
Proiettore da D1 a D2.
D2 Una mattina mentre stavo cucendo, davanti alla finestra aperta, lei arrivò in tromba e mi investì. Lasciatelo perdere, urlò, è mio. In fotografia ci guadagnava. Vedendola allora per la prima volta da capo a piedi e in carne e ossa, capii che lui potesse preferire me.
Proiettore da D2 a U.
U Non era molto che stavamo insieme, quando lei sentì puzza di bruciato. Lasciala perdere quella svergognata, disse, o mi taglio la gola – (singhiozzo) pardon – quant'è vero che Dio mi vede. Sapendo che di prove non ne poteva avere, risposi che non avevo idea di cosa stesse parlando.
Proiettore da U a D2.
D2 Di chi state parlando, dissi, continuando a cucire come se niente fosse. Qualcuno che sarebbe vostro? Lasciar perdere chi? L'avete impestato, urlò lei, puzza di cagna.
Proiettore da D2 a D1.
D1 Lo feci pedinare per mesi da un uomo di fiducia, ma mai l'ombra di una prova. E dovevo riconoscere che lui aveva per me le stesse... premure di sempre. Questo, e il suo orrore dei rapporti puramente platonici, mi facevano temere certe volte di accusarlo a torto.
Proiettore da D1 a U.
U Di che cosa ti lamenti? Dissi. T'ho forse trascurata? Come potremmo stare insieme come stiamo, se ci fosse una... donna nella mia vita? Amandola come l'amavo, voglio dire con tutto il cuore, non potevo che compiangerla.
Proiettore da U a D2.
D2 Temendo che passasse a vie di fatto, suonai per farla riaccompagnare da Battista. Le sue ultime parole, come lui potrebbe testimoniare, se vive ancora, e non ha dimenticato, andando e venendo sulla terra, ad accompagnar gente dentro e fuori, lasciavano intendere che m'avrebbe fatto la pelle. Confesso d'esserne stata un po' scossa, sul momento.
Proiettore da D2 a U.
U Lei non restò persuasa, avrei dovuto aspettarmelo. Quella t'ha impestato, diceva sempre, puzzi di puttana. A questo, non c'era modo di rispondere. La presi dunque tra le braccia e le giurai che non avrei potuto vivere senza di lei. Lo pensavo, del resto. Sì, ne ero convinto. Lei non mi respinse.
Proiettore da U a D1.
D1 Giudicate dunque del mio sbigottimento quando una bella mattina che me ne stavo chiusa con la mia pena nei miei appartamenti, me lo vidi arrivare con le orecchie basse, cadere in ginocchio davanti a me, nascondermi la faccia in grembo e...passare alle confessioni.
Proiettore da D1 a U.
U Lei mi mise alle costole un agente privato, ma io gli dissi due parole. Fu contentissimo del supplemento.
Proiettore da U a D2.
D2 Perché non la pianti, dicevo, quando lui cominciava a gemere sulla vita che lei gli faceva, tanto fra voi è finita. O c'è ancora qualcosa?
Proiettore da D2 a D1.
D1 Il mio primo movimento fu,lo confesso, di meraviglia. Che maschio!
Proiettore da D1 a U.
U apre la bocca per parlare.
Proiettore da U a D2.
D2 Ancora qualcosa tra noi, diceva, ma per cosa mi prendi, per una macchina da cosare? E con lui, certo, nessun pericolo d'amore spirituale. Allora perché non la pianti? Dicevo. Mi domandavo certe volte se non restasse con lei per via dei suoi soldi.
Proiettore da D2 a U.
U poi ci fu la spiegazione tra le due. Che non si permetta più di piombare a casa mia, a minacciare di darmi la morte. Io dovetti avere l'aria incredula. Domanda a Battista, disse lei, se non mi credi. Ma è a se stessa che lei minaccia di darla, dissi. Non a te? disse lei. No, dissi io, a se stessa. Divertente imbroglio. Abbiamo proprio riso.