Con Michele Mulia, Sergio Monachello, Piero Macaluso. Testo e regia Piero Macaluso. Lo spettacolo è stato pubblicato dai tipi de La Zisa nel 2010.
Il testo è una riflessione sul mondo del lavoro in fabbrica in generale e sull'esperienza Fiat in Sicilia, a Termini Imerese. La nascita della fabbrica, le assunzioni, le lotte sindacali e la definitiva chiusura.
Tre idraulici improvvisati al lavoro, ex operai Fiat, a turno tutti sono il protagonista Giosuè Carducci, omonimo del grande poeta. Tre storie che s'intersecano fino a fondersi in un unico racconto. L'assunzione in fabbrica in quota sindacale, la scoperta del mondo del lavoro, le sue regole, i suoi tempi e le contraddizioni epocali di una classe operaia ormai allo stremo, la cassa integrazione, la chiusura dello stabilimento e il licenziamento.
Il nostro protagonista racconta questa esperienza e la rivelazione, attraverso il proprio nome, di un mondo parallelo, quello della poesia, la poesia in versi e quella dell'esistenza che non andrebbe mai sacrificata ai ritmi disumani che la fabbrica impone.
La recitazione restituisce quella tradizione del racconto popolare che, pur senza essere 'cuntu siciliano' è la base del teatro di narrazione di questa regione, in quanto si tratta di "un italiano fortemente inquinato e contagiato da un siciliano armonioso, che evoca anche attraverso i propri suoni ciò che significa, in una fusione di elementi diversi che testimoniano anche il disfacimento dei principi del giusto e dell’onesto nelle persone e nelle cose che lo circondano. Il modo di parlare dell’operaio Carducci non è un espediente letterario o formale per aggiungere vivacità ed espressività al personaggio ma la sua voglia di difendersi e salvarsi dall’aggressione di una barbarie che uniforma le singole personalità degli individui privandoli di ciò che è specifico di ciascuno per renderli massa uniforme" (Valentina Sauro, dalla prefazione del libro).
Lo spettacolo ha debuttato a febbraio 2016 presso il Teatro Atlante di Palermo, è stato rappresentato all'Officina Teatrale Zeta di Termini Imerese e al Carcere minorile Malaspina di Palermo.