Le ormai prossime elezioni amministrative impongono a tutti noi una riflessione sulla nostra città.
Una riflessione di ampio respiro, che si tragga fuori da quella ridda di posizionamenti pregiudiziali, di campagne elettorali mascherate, di tifoserie di cui la nostra città è purtroppo piena, specialmente avvicinandosi il momento elettorale.
L'Arci Palermo, soprattutto grazie alla sua rete di circoli, proverà a fare un mestiere alto. Proverà ad animare il campo della sinistra, sapendo che essa oggi è orfana di riferimenti politici univoci. Proverà a portare la discussione sui temi, animando quella comunità eterogenea che, in un mondo sempre più diviso in tribù, siamo orgogliosi di essere. La questione, nella partecipazione alla vita pubblica, non è tanto chi votare ma come vivere la nostra città, che non è fatta solo da leggi e regolamenti ma anche e soprattutto dalla qualità delle proprie relazioni sociali fra individui e organizzazioni. Non una posizione di neutralità, ma una scelta per tentare di essere utili.
Vogliamo discutere del governo, di cosa voglia e possa dire oggi governare una comunità complessa come quella palermitana.
Vogliamo parlare di come la città è stata amministrata in questi ultimi anni, senza farci dettare i temi dal sensazionalismo mediatico che pone in ombra, spesso, le questioni più rilevanti.
Lo vogliamo fare coinvolgendo tutti, a partire dai tanti migranti - spesso in condizioni di irregolarità - che in un paese civile avrebbero diritto al voto ed a potersi sentire pienamente rappresentati dalle nostre istituzioni. Quello che invece non faremo è snaturarci in comitato elettorale, entrare a gamba tesa nelle divisioni che si creeranno. Non vogliamo accreditarci con nessuno, sperando al contrario che molti riconoscano un valore in questa nostra posizione e ci identifichino come una rete in cui, anche in campagna elettorale, si fa quello che oggi non si fa più, specialmente in campagna elettorale: ci si confronta e si riflette.