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Palermo: città merce? Assemblea cittadina: come il fenomeno della turistificazione sta travolgendo la città
Nel corso degli ultimi 5 anni, ed in particolare dopo il 2018, anno dell’edizione palermitana di Manifesta e della nomina della città a "Capitale Italiana della Cultura", Palermo è diventata centro nevralgico per il turismo nell’area del Mediterraneo. Rotte crocieristiche e linee aeree low cost connettono la città al resto del mondo, contribuendo così ad allargare il bacino di turisti che si trova in qualsiasi giorno dell’anno ad affollare le vie del centro storico sempre più implicate nelle campagne di promozione sia in Italia che all’estero. Grandi operatori internazionali e piattaforme di sharing economy sono già al lavoro per adeguare il mercato immobiliare cittadino alle richieste dei crescenti city user e di riflesso il settore food & beverage è è quello in cui si registra la maggiore espansione nei quartieri focali del turismo palermitano.
Tutto questo però non può non avere delle conseguenze. Perfino in una città come Palermo, dove l’emergenza abitativa è sempre stata sopita e occultata da contratti a nero e da occupazioni abitative più o meno tollerate, nuove famiglie e studenti cominciano a riscontrare le prime difficoltà nel trovare una casa il cui prezzo sia alla loro portata e che che sia o vicina o quantomeno servita da infrastrutture che la connettano infrastrutturalmente ai luoghi di lavoro e di vita e di lavoro. D’altro canto, non si può non rilevare come la tanto ricercata autenticità palermitana è sempre più mistificata dal mercimonio reso della fungaia di attività commerciali omologate per rispondere ai desideri di chi la città vuole viverla esattamente secondo le aspettative di chi non resta: mangiando cannoli e cassate anche in estate, mille arancine i cui sapori si sono persi nell’olio stantio delle friggitorie cool che ne sfornano ad un ritmo forsennato e di tutti i gusti più uno, ma anche comprando calamite di Sariddi e Tanuzze con tanto di lupare o caponate, falari o cuppulicchie, bigiotteria rigorosamente artigianale, le cui origini si perdono nelle notti dei Sicani, raffiguranti spiagge e tramonti tipicamente siculi, o facendo tour della street art disegnata, progettata e posizionata più come un presidio militare che come una forma d’arte i cui simboli erano qualcosa per pochi.
Di questo fenomeno, conosciuto in ambito accademico e sociopolitico come touristification, la cittadinanza sembra affetta ma ignara, quasi dormiente e cullata dalla ripresa economica di alcune aree della città storicamente abbandonate e ritornate fortunosamente agli onori della cronaca non più solo nella sezione "povertà e miseria". L'assemblea che si terrà venerdì 17 gennaio alle 18.00 proverà a mettere insieme tutte e tutti coloro che sentono la necessità di parlare di queste modifiche urbane che stanno cambiando la vita di tutti i palermitani e tutte le palermitane. Non siamo nemici ra cuntintizza ma non crediamo neanche che sia tutto oro quello che luccica.
venerdì 17 gennaio 2020 | ore 18.00 | Circolo Arci Stato Brado, piazzetta di Resuttano 4