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a Sabato, 18. Gennaio 2020
"Ad occhi chiusi"
(Sara Garaffa)
Disegnare ad occhi chiusi, lasciando la ‘matita’ libera di muoversi sul foglio avendo come motore lo "spazio mentale" o la “distanza” che in genere intercorre fra l'onirico e il reale e che ci sembra erroneamente scollegato dalla nostra volontà.
Questo "esercizio" di debuffettiana memoria, ci riporta a quella pratica cara a tutta l' "Art Brut" di recuperare il “buon cavernicolo” senza schemi e senza sovra-strutture che cerchiamo di eliminare fin dai nostri primi passi in società e far emergere, appunto, il lato più recondito (che spesso fa paura) di un esistenza vissuta sovente nell’ipervigilismo e nella contemporanea “lucida follia”.
Sara Garraffa (che ho la fortuna di conoscere da più di venticinque anni) propone di solito dei lavori minuziosi, certosini, pieni di particolari , dipinti o disegnati con una perizia affine agli iperrealisti, in questo particolare caso i suo lavoro si riduce al “minimo minimalismo” i “disegni” quindi sono spontanei, immediati e riecheggiano proprio la "Compagnie de l'art brut" di Dubuffet e Breton.
(E.Fruscardi)