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FUMU E SANGU E ACQUA DI MARE
scritto e diretto da Piero Macaluso, sul tema della migrazione, sulla Sicilia e su alcuni aspetti caratteriali del nostro essere siciliani.
Lo spettacolo inizia con una notizia sentita alla radio, minatori migranti siciliani, morti in una miniera belga, raccontata attraverso una poesia di Buttitta, nostra memoria storica e voce poetica in assoluto che sull'argomento della migrazione siciliana ha scritto pagine immense e ci permette di fare un parallelo tra il
nostro passato e il nostro vivere adesso la migrazione degli altri.
In scena due personaggi, U poeta e U nirbusu, rappresentano i due aspetti fondamentali della sicilianità, la nostra spesso involontaria capacità di fare poesia negli aspetti quotidiani e il lasciarsi scorrere addosso eventi, con un senso della fatalità, che forse ci viene dall'antica appartenenza alla Magna Grecia e al senso
di destino implacabile e non controllabile dalle umane cose.
Tra le riflessioni dei due, forse ospiti di qualche casa di cura, si incunea un personaggio, l'infermiera che, attraverso un linguaggio poetico e visionario, racconta storie, senza intaccare minimamente il loro tranquillo vivere e il loro dialogo interiore.
Spettacolo dall'atmosfera beckettiana, di grande impatto visivo e coinvolgimento emotivo.
Affronta un tema difficile senza banalità e luoghi comuni. Con un linguaggio poetico e visionario riesce a porre quesiti e sollevare dubbi come è nella funzione del linguaggio teatrale.