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Nzocchè | via E. Ximenes, 95 - Palermo Triciclo cinematografico: "Gravidanza a rischio" Proiezione de "ROSEMARY'S BABY" | Roman Polanski | 1968
Giovedì, 31. Marzo 2016, 20:00

Alibi, Libert'aria e Nzocché presentano il triciclo cinematografico:

"GRAVIDANZA A RISCHIO"

“Partorirai con dolore”, inizia lì la triste storia del ventre fertile delle donne, e invece di ribellione, accanimento. Negli anni settanta abbiamo lottato per una sessualità libera e consapevole, per una maternità, libera e consapevole ma come abbiamo potuto in più campi appurare, la storia non insegna niente ed ecco una corsa al diritto di maternità, non al diritto antisociale della non maternità, vogliono tutti un figlio, donne e uomini, etero, lesbiche e gay, ed ecco che le pance delle donne assurgono a protagoniste, incubatori umani, pagati a caro prezzo, veicolo di egoistica felicità del possesso.
“GRAVIDANZA A RISCHIO” è un pretesto di qualità cinematografica per dibattere e confrontarsi su un tema attuale e controverso, la maternità a tutti i costi, la maternità surrogata, l'inseminazione artificiale, l'utero in affitto con un retro pensiero all'eugenetica.
I film in programma, di genere diverso ma, tutti centrati su bizzarre e inquietanti nascite: ROSEMARYS'BABY (31/3/16), un figlio del diavolo , IL VILLAGGIO DEIDANNATI (7/4/16) , figli di un'altra specie per la conquista del mondo, e BABY KILLER (14/4/16), un neonato mostro, un assassino, un baby trash.

Il primo film che proponiamo è "ROSEMARY'S BABY - Nastro rosso a New York."
Film del 1968 diretto da Roman Polanski, tratto dall'omonimo romanzo di Ira Levin.

Trama:
Rosemary Woodhouse (M. Farrow) sospetta una congiura demoniaca contro la creatura che porta in grembo, organizzata, con la complicità del marito attore (J. Cassavetes), dagli arzilli Castevet (R. Gordon, S. Blackmer), coinquilini-stregoni mimetizzati negli abiti della borghesia di New York. Realtà o psicosi? Il polacco R. Polanski (1935) - al suo primo film made in Usa dopo tre britannici - affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di Ira Levin, ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell'ambiguità fino a farne la struttura portante della narrazione. È "un incubo cinematografico dove la possibilità di orientarsi tra fantastico e reale è persa sempre, mentre resta a dominare la scena la sensazione di angoscia ridotta al grado zero e perciò ancor più inquietante" (Stefano Rulli). Oscar per R. Gordon. Prodotto da William Castle per la Paramount, ebbe un seguito tv: "Look What Happened to Rosemary's Baby" (1976), rititolato "Rosemary's Baby II", di nessun interesse.

Si consiglia di venire presto perchè, oltre ad arricriarsi con una brra nel giardino di Nzocché, i posti dentro sono pochi e potrebbero esaurirsi, per cui è il caso di non arrivare in ritardo.

A Giovedì sera!