In molti paesi e culture del Mondo, la pratica musicale svolge ancora un ruolo importante all'interno del processo educativo dei bambini sin dalla più tenera età. In questa maniera la percezione del senso ritmico e melodico viene appresa nello stesso periodo e con la stessa naturalezza in cui imparano a stare in piedi ed a parlare.
Tale processo però non avviene subito con l'utilizzo di strumenti musicali: in India, ad esempio, il giovane apprendista (di solito non più di 3-4 anni di età) deve aspettare circa 5 anni prima di toccare per la prima volta lo strumento prescelto. In questo lasso di tempo la conoscenza della musica viene affidata alla pratica vocale, intonando scale e "cantando" i vari cicli ritmici.
La ragione di questo metodo è semplice: E' necessario sviluppare la musica "dentro" di noi prima di essere davvero in grado di poterla trasferire su uno strumento che è "fuori".

Basandosi su questo semplice concetto, il laboratorio mira a sviluppare la percezione interiore del ritmo senza l'utilizzo di strumenti musicali, ma soltanto con l'ausilio di mani, piedi e voce.
Attraverso esercizi pratici provenienti da varie culture, osserveremo il ritmo nelle sue componenti (pulsazione e movimento, battere e levare, binario e ternario, ecc) sino allo sviluppo delle poliritmie.
Inoltre vedremo anche come il ritmo esprima l'identità culturale e la storia dei popoli, in un percorso sia antropologico che culturale che parte dalla musica europea sino a quella africana, afro-originaria ed indiana.

Il laboratorio è a cura di ALESSANDRO VENZA
http://www.tavolatonda.org/index.php/15-docenti/163-alessandro-venza

E' aperto a tutti ed ha un costo di 10 euro con tessera ARCI 2015.